Humanscale Manual

L‘agenzia di design “IA Collaborative” ha lanciato una crociata di sensibilizzazione per diffondere i manuali di design Humanscale Manual, originariamente creati dai designer del famoso studio Henry Dreyfuss Associates. Ci lavorarono lo stesso Henry Dreyfuss insieme a Niels Diffrient e Alvin R. Tilley. La pubblicazione fu diffusa nel 1974 . Fu un  manuale e guida delle misure umane che miravano a fornire a creativi, designer, architetti e ingegneri  le informazioni ergonomiche corrette a 360° per progettare. Tutto il mondo dell’ergonomia racchiuso in poche, sintetiche e utili tavole, ben disegnate graficamente e molto maneggevoli. Erano accompagnate da uno stampato, di cui allego la copertina, di 32 pagine che decodificavano alcune tavole di plastica rigide, munite di rotelline girevoli al lato che variavano di volta in volta le misure interessate.

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La “IA Collaborative” tramite alcuni collaboratori e stampatori dell’Humanscale Manual  originale ha ripubblicato sia i libri che le guide e li ripropone tramite una Campagna sul Web, lanciata nel 2017. Nathan Ritter, uno dei promotori, commenta che dopo più di 40 anni i manuali Humanscale Manual conservano intatto il loro valore d’uso culturale, per questo si vuole renderli disponibili. A sentir lui, ad un costo ragionevole. Studenti e docenti per un uso strettamente didattico possono richiedermi altra documentazione.

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Franco Grignani grafico cinetico

Artista visionario, grafico, fotografo, pioniere dell’arte cinetica e optical. Europeo di Pieve di Cadore vicino Pavia. Questo era Franco Grignani (1908-1999). Sin dagli anni 20, dopo la laurea a Torino, dopo un breve periodo di adesione all’ultimo futurismo si dedicò allo studio e alla sperimentazione basandosi sulla psicologia della forma (Gestalt). Elaborò in camera oscura con interventi sui fotogrammi e sui fotomontaggi. Ma già negli anni trenta cominciò con i primi elaborati grafici, basandosi su teorie progettuali all’avanguardia per l’epoca. Era la nascita della “Scuola milanese”, dello Studio Boggeri, Bruno Munari, Max Huber, Giò Ponti e tantissimi altri. In più arrivavano stimoli dalla Germania e dalla vicina Svizzera.

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Con la complicità di committenti come la stamperia Alfieri & Lacroix ha prodotto lavori di graphic design intervenendo direttamente sull’immagine e sulla tipografia, utilizzando obbiettivi e filtri ad hoc, distorcendo armonicamente le forme. Attraverso rotazioni, tagli e torsioni, provocava deformazioni e dinamismo esaltandone la visibilità. Grignani stesso affermava di voler provocare nell’osservatore sollecitazioni cinetiche, emozioni e stimoli optical. (Note da “Graphic Designers in Europa” del 1973).

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Un riferimento per i giovani designer

Le sue opere e realizzazioni sperimentali sono ancora ben presenti nelle collezioni del Museum of Modern Art di New York, dello Stedelijk di Amsterdam, del Museum of Modern Art di Varsavia e del Victoria and Alberta Museum di Londra. Molte mostre personali hanno avuto luogo in Italia e in altri paesi. La sempre valida opera di Franco Grignani, la costante evoluzione della sua opera grafica, così come la coerenza del suo metodo, hanno sempre suscitato un vivo interesse per i  graphic designer di talento.

Grignani e il mistero Woolmark

Nel 1964, l’australiana Wool Innovation (AWI) bandisce un concorso internazionale per la progettazione del logo Pura Lana Vergine. Questo logo di “Franco Grignani” è ancora in auge e ben visibile da più di 50 anni  ( www.woolmark.com ). É innegabile, è uno dei migliori loghi di tutti i tempi! Almeno secondo la rivista Creative Review dell’aprile 2011. – Volete  saperne di più? Scaricate il pdf allegato cliccando sul testo o sull’immagine.

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Dürer il narcisista multimediale

Prolifico quanto Picasso e Leonardo

Albrecht Dürer,  nacque il 21 maggio 1471 a Norimberga in Germania, dove morì il 6 aprile 1528, è stato un pittore, grafico incisore, matematico e trattatista tedesco, fra i più prolifici della storia dell’arte. Albrecht Dürer fu un artista poliedrico che, attraverso gli oltre tremila lavori che ci sono pervenuti rivela molteplici interessi artistici e creativi inferiori soltanto a quelli di personaggi come Picasso e Leonardo da Vinci.

Autoritratto con pelliccia / Anno 1500 / Pinacoteca di Monaco / cm.66 x 49  Durer

Dürer fu un creativo anche nell‘ambito della sperimentazione e della ricerca di tutti quei valori formali e cromatici studiati negli ultimi anni. Si può considerare un “Designer” a tutti gli effetti. Amava sperimentare ed esplorare. Era da poco sposato quando Dürer inizia il suo primo viaggio in Italia. Venezia fu la prima tappa, ci arrivò dopo 3 settimane di cammino, cogliendo l’occasione per allontanarsi da Norimberga dove imperversava la terribile morte nera, la peste. (Dopo aver lasciato la moglie presso parenti in campagna).

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A Venezia oltre agli artisti più importanti dell’inizio del 500 conobbe certamente Aldo Pio Manuzio, Aldus Manutius,  (Bassiano, tra 1449 e 1452 – Venezia, 6 febbraio 1515),  editore, grammatico e umanista italiano. Sin da allora era ritenuto tra i maggiori innovatori dell’editoria, fra i primi in senso moderno in Europa. Introdusse il carattere a stampa corsivo e il formato in ottavo. Dalle influenze del grande  Manuzio, Albrecht Dürer dedicò molte energie per lo studio innovativo di nuovi caratteri tipografici.

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Dürer sin da giovane ha amato farsi l’autoritratto per studiare l’anatomia ed anche, suppongo  per quella forma di narcisismo, simile ai “Selfie” dei nostri giorni.

 

Addio 2015

Un saluto ed un omaggio a due grandi “maestri visivi del secolo scorso” che ci hanno lasciato durante gli ultimi giorni di Dicembre 2015: Ellsworth Kelly e Mario Dondero.

Ellsworth Kelly (1923-2015) è stato un artista statunitense, tra i primi e fra i più noti esponenti dell’Hard edge painting  e del Minimalismo.2f9830870248e879a3c6f613a98c2a7bEllsworth Kelly ha ispirato il carattere tipografico che porta il suo nome del designer Nicholas Firan. (http://nicholasfiran.com)ek-type-name


Mario Dondero
 è stato un grande “fotografo-narratore” italiano.Viveva in Francia e lo si incontrava spesso nella libreria italiana “Tour de Babel”, negli anni novanta (un secolo fa) a Parigi dove abitava vicino a Piazza della Bastiglia.
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– Sopra un articolo dell’agosto 2015 su La Repubblica, R2 Cultura. Sotto Una foto storica, gli scrittori del Nouveau Roman, immortalati da Dondero, da sinistra a destra: Alain Robbe-Grillet, Claude Simon, Claude Mauriac, l’editore Jérôme Lindon, Robert Pinget, Samuel Beckett, Natalie Sarraute, Claude Ollier. Parigi davanti alla sede delle Edition de Minuit, il 16 ottobre 1959.mario1959

“Penrose Play Wood”

Ich & Kar designer a Parigi, nel 2014 hanno lanciato, con la complicità di Bazartherapy, la collezione “Penrose Play Wood”, tavoli e tavolini made in France.
Visto il successo di questo primo lancio, con più di 500 tavoli venduti in un solo anno
il sistema Penrose ha spostato l’idea a tutta l’intera casa, dal pavimento al soffitto
fino a diventare un vero e proprio vocabolario grafico.
http://www.ichetkar.fr/ http://www.bazartherapy.com/

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The Wynwood Building

The Wynwood Building è un mega fenomeno visivo, un centro commerciale ristrutturato in quella che fu la vecchia zona centrale di Miami. Era un quartiere abbandonato a se stesso fino a 10 anni fa. Poi gli artisti e i designer hanno iniziato a sfruttare i grandi spazi, siccome era possibile affittare loft convenienti a prezzi bassi.

Negli ultimi 15 anni questi posti di Miami sono cambiati da “no-go zone” ad una stimolante e vivace scenografia piacevole da vivere sia per i turisti che per i residenti.
Finora il quartiere è riuscito a rimanere lo stesso, senza diventare “turistico” e kitsch.
The Wynwood Building è integrato con il quartiere con un bel legame con le sue origini.
Questo palazzo concepito da Rafael de Cárdenas è un po’ cubista ed un po’ optical ricorda l’artista ceco Otakar Kubín e il grande graphic designer italiano Franco Grignani. http://architectureatlarge.com
– B
onifacio Pontonio

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“Drum of Death, Black Waves” Musicalmente non è il mio genere musicale, ma la copertina è fantastica, ricorda il lavoro che segue di Trevor Jackson per Soulwax.
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“They can disapper” è il titolo del poster attraverso il quale ho conosciuto e apprezzato il giovane designer Ilja Klemencov. (Basta socchiudere gli occhi per intravedere mimetizzato un Panda…) Ilja Klemencov, lavora come graphic designer in Lituania  in un’agenzia che porta il suo nome. – Klemencov Group.image description

Purezza di visione impossibile

In internet si trovano immagini e video di cui non si conoscono gli autori, come le animazioni di questa pagina che prendono spunto dal triangolo impossibile Penrose, (noto anche come Tribar Penrose), Il disegno rompicapo per eccellenza, creato nel 1934 dall’artista svedese Oscar Reutersvärd e decodificato dallo psicologo Lionel Penrose con l’aiuto del figlio Roger. Quest’ultimo da esperto matematico ha ideato e diffuso nel 1950 una descrizione approfondita su questo fenomeno visivo, definendolo “l’impossibilità nella sua forma più pura” e libera. Il triangolo ingannatore ha anche un posto di rilievo in alcune opere del grande artista Escher. Il Tribar è un oggetto solido, costituito da tre superfici 3D dritte con la sezione quadrata che possono essere scomposte e con l’aggiunta di altri lati possono formare cubi e parallelepipedi. Da anni il Triangolo Penrose ha ispirato la progettazione di logotipi e marchi importanti come quello della Renault e della NWB NWB Bank.

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Roger Penrose (Inglese di Colchester, 8 agosto 1931) è un matematico, fisico, cosmologo e filosofo britannico, noto per il suo lavoro nel campo della fisica matematica, in particolare per i suoi contributi alla cosmologia; si occupa inoltre di giochi matematici ed è un controverso filosofo (in particolare a lui si deve il concetto non verificato e attualmente considerato pseudoscienza, di “coscienza quantica”, derivato da una sintesi di neuroscienza, filosofia e fisica quantistica. Con il padre Lionel ha studiato le figure rompicapo). Fonte Wikipedia.

“Frusto”, carattere tipografico ispirato alle figure Rompicapo, Design Márton Hegedűs martzihegedus.hu hello@martzihegedus.hu, Download il pdf 

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Fotografi con l’ultra udito

La fotografia come tutte le arti visive è anche il risultato degli errori percettivi dell’uomo, del suo modo di vedere e interpretare poeticamente l’universo. Questo articolo proporrà alcuni di questi artisti della fotografia. Poeti autentici della sperimentazione estrema. È noto che sin da giovane Joseph Nicéphore Niépce, l’inventore della fotografia fosse fortemente miope, quasi non vedente.
In un futuro prossimo vorrei proporre una galleria di autori, artisti fotografi della visibilità “extreme” che va oltre la visione scontata del quotidiano.

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Ha vissuto un bel dramma Gary Albertson, un fotografo professionista americano dell’Oregon, quando nel 2010 i medici gli hanno diagnosticato una rara forma di glaucoma che a poco poco gli ha causato la perdita quasi completa della vista. Da non vedente è cominciato il suo rifiuto per la macchina fotografica. Albertson su consiglio dell’amico Dennis Schmidling si è fatto convincere a ritentare, a ripensare all’amore che aveva per la fotografia, cambiando prospettiva e linguaggio. Dopo mesi e mesi, prove su prove ecco che arriva la soluzione: guardare e fotografare attraverso la mediazione dell’udito. Non potendo più usare la vista ha cominciato a pensare che le orecchie dovessero percepire come i suoi occhi. Ora vede perché sente lo scorrere dell’acqua, il fruscio delle foglie e il vento che sibila. Compone lo spazio attraverso il brusio della vita e della natura per continuare a fare poesia visiva a tutti gli effetti.

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Evgen Bavčar. Le sue immagini sono al limite. Al limite  fisico della sua cecità e della visibilità. Nella sua poeticità, rimarca una volta di più quanto guardare sia diverso dal vedere. Ci mostra il visibile che noi vedenti ignoriamo e non percepiamo.

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Esher. Psicomago in Italia

Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972) è stato un incisore e grafico olandese. C’é una mostra ben curata a Roma al Chiostro del Bramante, fino al 22 febbraio, con 130 opere significative. Esher è conosciuto principalmente per le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte che tendono a presentare costruzioni impossibili, esplorazioni dell’infinito, tassellature del piano e dello spazio e motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme e ritmi differenti. Le opere di Escher sono molto amate dagli scienziati, logici, matematici, fisici e dagli psicologi. Tutti apprezzano l’uso razionale dei poliedri, le distorsioni geometriche e le spettacolari interpretazioni originali di fenomeni della percezione visiva.
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Viaggiò e visse molti anni e regolarmente in Italia. Amò molto Ravello, dove incontrò per la prima volta Jetta Umiker, la giovane svizzera che sposò a Viareggio nel 1924. Si stabilì a Roma, nel quartiere di Monteverde Vecchio, nel 1923 e vi restò fino al 1935, furono a sentire lui stesso «gli anni più belli della mia vita»; in questo periodo ebbe due figli, George e Arthur. Con alcuni amici via mare si recò a Pizzo Calabro, nel Golfo di Sant’Eufemia, da qui girovagò per un mese in Calabria. Vide Tropea, Nicotera, Palmi, Scilla e Melito Porto Salvo. fino a raggiungere l’impervio Aspromonte, visitò  Palizzi e Pentedattilo. Quest’ultimo è un suggestivo paese che nasce nel cuore di una roccia: è oggi uno dei più incantevoli “borghi disabitati” della Calabria. Per la sua bellezza Escher realizzò numerosi disegni panoramici. Esplorò la Calabria anche verso nord: Gerace, Stilo, Santa Severina, Cariati, Rossano, Morano e Rocca Imperiale. Nel 1932 viaggiò anche in Sicilia della quale ci ha lasciato suggestivi disegni ispirati a Sperlinga, Gangi, Caltavuturo.

Echer abitò a Roma dal 1929 al 1935, visse in via Alessandro Poerio, 122, a Monteverde
Per la vicinanza a Roma fu attratto dai paesaggi medievali e rinascimentali dell’Italia Centrale. Nel periodo romano disegnò per dei negozianti della carta per impacchettare, con la tecnica della textura. L’artista olandese nel 1935, a causa del clima politico sempre più pesante per la dittatura fascista, si trasferì con la famiglia a Château-d’Œx, in Svizzera, dove rimase alcuni anni prima di trasferirsi in Spagna, nei luoghi in cui ha lasciato tracce meravigliose la civiltà araba. (Il salotto riflesso nella sfera-ritratto è proprio quello in via Poerio a Roma, a Monteverde).
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– Il salotto riflesso nella sfera-ritratto è quello in via Poerio a Roma, a Monteverde.
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